D - Il Progetto
La sezione “D. Progetto” riporta i materiali attraverso i quali si esplicita il progetto di Piano Urbanistico: il disegno (le carte di zonizzazione) e le regole (norme e regolamento edilizio) oltreché la strategia di indirizzo del progetto declinata negli Ambiti Locali di Paesaggio.
D – Progetto di Piano
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D.0
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Il progetto per Arbus
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D.1
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Progetto degli Ambiti
Locali di Paesaggio
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D.2
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Sintesi del progetto di
Piano
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D.3a-e
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Zonizzazione del
territorio
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D.4a
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Zonizzazione del Centro
Urbano_nord
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D.4b
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Zonizzazione del Centro
Urbano_sud
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D.5
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Zonizzazione della
Frazione di S. Antonio di Santadi
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D.6
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Zonizzazione della
Frazione di Ingurtosu
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D.7
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Fasce di rispetto -
salvaguardia urbanistica
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D.8
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Norme di Attuazione
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D.9
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Regolamento Edilizio
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Il Progetto di Piano
per il territorio di Arbus, come illustrato nella relazione introduttiva (A.0),
è impostato sul riconoscimento dei sistemi di paesaggio (i tipi), sulle porzioni che in esso possono essere riconosciuti (gli ambiti) e sugli obiettivi che
l’Amministrazione ha individuato per delineare la propria “idea di
futuro”.
Le scelte di Piano per il comune di Arbus sono illustrate nella
descrizione degli indirizzi per il
progetto in ciascun Ambito Locale di Paesaggio (Tavola D.1) e le scelte specifiche, declinate nella definizione delle zone omogenee, individuabili nelle Tavole da D.3 a D.6, per ciascun sistema
di tipo di paesaggio identificabile nell’Ambito.
Sulla base del quadro conoscitivo e della sua
interpretazione, il PUC promuove, attraverso gli strumenti prescrittivi che gli
sono propri, il perseguimento di obiettivi generali e specifici per le
trasformazioni del territorio. Nella descrizione delle differenti parti sono
riportati i parametri urbanistici e
i riferimenti dimensionali derivati
dalle tavole di progetto e dai dati e documenti di base messi a disposizione
dagli uffici comunali.
Le componenti materiali e immateriali e lo specifico modo in
cui esse interagiscono, costituiscono l’identità unica di Arbus e delle
comunità che vi si sono insediate nel tempo; tutelare il patrimonio ambientale,
agricolo, storico-culturale e insediativo è obiettivo prioritario della
pianificazione urbanistica comunale, in adeguamento al Piano Paesaggistico
Regionale.
Questa tutela deve consentire, però, che il territorio si
trasformi, secondo le esigenze della vita contemporanea, quali la residenza, lo
sviluppo imprenditoriale, la fruizione turistica.
In un contesto che soffre più di altri la crisi
occupazionale, con effetti deleteri anche sulle dinamiche demografiche, è
essenziale trovare modalità che consentano lo svolgersi di economie e lo
sviluppo dell’edilizia in risposta alle reali esigenze insediative.
È ormai opinione comune che le soluzioni offerte per decenni
dalla pianificazione, attraverso spropositate aree di espansione, sia inadeguata
ad attivare efficaci processi di sviluppo, con danni sul territorio spesso
irreversibili.
E’ piuttosto nella qualità
multiforme delle sue componenti paesaggistiche che si radica il potenziale
di sviluppo di Arbus: la varietà della costa e dell’entroterra, la presenza di
ampi comparti ad altissima naturalità, la convivenza del paesaggio rurale,
urbano e minerario, sono gli elementi che connotano questo luogo in maniera
unica e che il PUC deve, secondo le sue competenze e possibilità, contribuire a
proteggere e valorizzare.
Per questa ragione, secondo la metodologia descritta nelle
precedenti sezioni del Piano, si è scelto di valutare la crescita
dell’insediamento in maniera prudente, individuando le aree essenziali per
i nuovi insediamenti con la possibilità, all’occorrenza, di destinarne delle
altre, puntualmente identificate, previa approvazione di variante. Analogo
spirito ha guidato il dimensionamento
dell’insediamento turistico: se è vero che il margine di crescita del
comparto è ancora elevato, è vero anche che esiste un patrimonio
sottoutilizzato che può partecipare all’offerta dei servizi per l’ospitalità,
riqualificando l’esistente senza necessità di nuove edificazioni.
A livello generale, il Piano definisce principi e modalità
di intervento relativi alla tutela ambientale, paesaggistica, storico-culturale
e di tutela geomorfologica e idraulica, con particolare riguardo per quanto
mappato e prescritto dal Piano di Assetto Idrogeologico e per i temi dell’invarianza idraulica, per
garantire l’equilibrio dei corpi idrici.
A livello specifico, le norme invece intervengono attraverso
le zone e le sottozone urbanistiche, la cui individuazione è conseguenza degli
obiettivi più volte descritti.
L’individuazione su carta delle zone omogenee è avvenuta sulla
base delle geometrie definite nella pianificazione vigente, al fine di valutare
la loro eventuale conferma, compatibilmente con la coerenza al nuovo quadro
normativo, e ove possibile non
modificare lo stato del diritto edificatorio che si perpetua da oltre
quarant’anni.
In particolare questo è avvenuto nelle aree urbane
consolidate, dove le destinazioni di zona sono state adeguate, prima di tutto
al quadro normativo in termini di denominazione, e al ruolo urbano
effettivamente oggi presente.
In generale le geometrie delle zone sono state verificate
sulla base della struttura della matrice territoriale, rilevata sulla foto
aerea del 2016, e sugli elementi cartografici vettoriali desunti dalla
cartografia vettoriale regionale DBT10K. Nella perimetrazione di nuove
zone, nei casi in cui i precedenti elementi non fossero necessari a stabilire
dei perimetri coerenti, per assenza di quelli che chiamiamo ‘elementi di
ancoraggio’ della geometria si è fatto riferimento alla geometria catastale. In
questi casi, poiché la geometria catastale con la cartografia vettoriale non
sono sempre coincidenti, sarà necessario
in fase di attuazione dell’eventuale progetto complesso, o anche nel caso di
progetto diretto verificare la destinazione di zona in relazione alle particelle
catastali coinvolte, così come specificato anche all’art. 4 comma 6 delle NTA
del PUC.
Tale verifica dovrà essere fatta anche nei casi di
valutazione del valore dei terreni ai fini di calcoli delle imposte comunali,
con la specifica che: in casi di compresenza di zone omogenee si considera la
zona prevalente qualora questa interessi oltre il 70% della superfici.
Il Piano Urbanistico interviene con una serie di correttivi sulle Norme delle zone
omogenee e sul Regolamento, per ricondurre a chiarezza, cercando di limitare il
dubbio interpretativo, nell’applicazione dei parametri urbanistici ed edilizi,
uniformandosi alla normativa nazionale ed in particolare ai contenuti del
Regolamento Edilizio Unico di cui di cui all’articolo 4, comma 1 sexies del DPR
380/2001 e ss.mm.ii, introdotto con l’adeguamento all’intesa tra Governo,
Regioni e Comuni del 20 ottobre 2016, anche se non ancora recepito dalla
Regione Autonoma della Sardegna.